Non è mica successo nel Terzo Mondo, no: era accaduto nel 2015 a Berra, nel comune di Riva del Po, provincia di Ferrara.
Due Pit Bull entrarono nel paddock di un maneggio e uccisero una delle cavalle che lì viveva, lasciandolo a terra in un lago di sangue.
Il loro proprietario fu denunciato per maltrattamento, li sottoponeva a sevizie e li affamava per aumentarne la pericolosità. I due esemplari riportavano cicatrici che, secondo i veterinari, potevano ricondurre a combattimenti tra cani.
I due ‘Terrier di tipo Bull’ vennero presi in carico dal canile, e uno di loro, Napo, venne poi adottato nel 2017 da Valerio Bondanelli, volontario per la Lega del Cane.
Napo e Valerio sono stati insieme 6 anni. Sei anni di una normale vita da cane, in famiglia, con altri cani a condividere tappetini e giochi, fresbee e coccole.
Un lieto fine reso possibile da un serio e attento percorso di rieducazione.
Tutta la differenza che fa la fortuna di stare con le persone giuste: dal ‘cane assassino’ dei titoli di cronaca al ‘miglior cane che io abbia mai avuto’ di chi ha saputo rieducarlo, educandosi insieme a lui.
Valerio dopo aver adottato Napo ha intrapreso il percorso di Propietario Cinofilo Responsabile con Csen, e in seguito ha seguito il corso per educatore cinofilo.
Era perfettamente cosciente delle particolari difficoltà di gestione in determinate situazioni di questo tipo di cani, “sono stati creati e selezionati dall’uomo per uccidere gli altri cani” sottolinea, è fodamentale esserne coscienti.
E saperli quindi gestire nel modo giusto, pena tragedie come quella da cui proveniva Napo.
Quella volta era morta una cavalla. Ma in tanti altri casi le vitteme sono stati bambini, persone anziane, gente qualunque che si è trovata all’improvviso nel posto sbagliato, con il cane sbagliato.
Come per i cavalli, anche i cani è fondamentale poter contare nel proprietario giusto, che sia consapevole delle lo qualità, attitudini e necessità.
Ma non può essere qualcosa da affidare alla fortuna. Bisogna che ci sia più cultura dell’addestramento, che vuol dire anche più rispetto per le diverse esigenze che ha ogni razza canina.
Non sono cani da prendere alla leggera: e i canili sono pieni di questi esemplari, condannati all’isolamento spesso per tutta la vita.
Napo si era salvato da questo destino, grazie a Valerio: e ha finito i suoi giorni per una malattia di quelle che non lasciano scampo, amato e coccolato, nella sua famiglia.
Come sempre, abbiamo tanto da imparare dagli animali: anche che si può cambiare, se qualcuno finalmente ci vuole bene davvero.
Qui la fonte della notizia, da Estense.com